La relazione di Scientology con le tradizioni religiose orientali

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La relazione di Scientology con le tradizioni religiose orientali

Di Stephen A. Kent – Department of Sociology – University of Alberta – Edmonton , Alberta , Canada .

Titolo originale: Scientology’s Relationship With Eastern Religious Traditions, pubblicato in: Journal of Contemporary Religion, Vol. 11, No. 1, 1996, page 21.

Traduzione a cura di Martini

Compendio

Il fondatore di Scientology, L. Ron Hubbard, ha affermato spesso che Scientology è correlata o condivide similitudini significative con l’Induismo, il Buddismo Theravada e il Taoismo. Tuttavia un attento esame delle sue affermazioni indica una conoscenza solo superficiale delle religioni Orientali, e gran parte dei tentativi di Hubbard di associare Scientology a queste fedi sono ingiustificati. Inoltre, pressioni sociali e politiche contro le presunte pratiche curative dell’organizzazione da lui creata hanno probabilmente fornito il catalizzatore per gli sforzi di ritrarre Scientology come una religione con implicazioni Orientali.

Introduzione

Gli studiosi di religione sono sempre interessati a questioni relative alla trasmissione di ideali da una fede all’altra. La trasmissione aiuta a spiegare similitudini tra le dottrine fondamentali di diversi sistemi di credenza, e spesso i ricercatori possono far luce sui contatti culturali tra popoli lontani. Gran parte della ricerca si incentra su figure chiave delle diverse tradizioni, perché queste figure formulano le dottrine e le credenze che divengono poi fonte di ispirazione per i seguaci. Chi fa ricerca su fedi antiche e sui relativi fondatori incontra spesso ostacoli nell’identificare le fonti di influenza perché molto è andato perso col trascorrere del tempo, con la vastità dello spazio e delle culture. Al contrario, chi si occupa di ricerca nel campo delle religioni moderne o “nuove” a volte viene oberato dalla quantità di informazioni a cui i fondatori delle religioni contemporanee hanno accesso, e che possono aver influenzato le loro formulazioni dottrinali. Media, audiovisivi, crescente possibilità di viaggiare forniscono ai fondatori di religioni ampie opportunità di raccogliere fonti di ispirazione da più parti, così il compito di identificare le precise origini di dogmi particolari può essere straordinariamente difficile.

Il fondatore di Dianetics e Scientology, L. Ron Hubbard (1911-1986) presenta numerosi problemi per i ricercatori che cerchino di identificare le fonti da cui ha attinto per inventare Dianetics (nel 1950) e la Chiesa di Scientology (alla fine del 1953). Gran parte degli autori concorderanno nel dire che attinse le sue idee da fantascienza, occulto, fisica e ingegneria, psicoanalisi, filosofia e da una serie eclettica di pensatori maggiori e minori (si veda ad esempio Whitehead, 1987:54). Al contrario nessun ricercatore serio suggerirebbe mai che il pensiero di Hubbard fu influenzato dal Cristianesimo [1], visto che iniziò a pubblicare i suoi sprezzanti punti di vista su questa fede nel 1954 (Hubbard, 1954a). Gran parte dei ricercatori, tuttavia, probabilmente seguirà la traccia dello stesso Hubbard e suggerirà che trasse ispirazione e influenza da vari aspetti del pensiero Orientale.

Di tutte le possibili influenze, le religioni Orientali (definite in senso lato) sono tra le poche che lo stesso Hubbard ha citato con frequenza. Non fu mai chiaro sulla natura o la portata di questa presunta influenza, ricorrendo all’uso di termini vaghi come “antenati”, primi cugini” e “legami spirituali” per descrivere i collegamenti che affermava esistessero tra essi e (specialmente) Scientology. Ciononostante gli scientologisti prendono seriamente l’affermazione di Hubbard secondo cui la loro fede condivide prospettive con la saggezza dell’Oriente, se non altro perché (credono che) Hubbard l’abbia riscoperta in proprio.

Anche questo articolo prende seriamente le allusioni vaghe ma frequenti di Hubbard su similitudini tra Scientology e le religiosi Orientali. Considera attentamente gli scritti del fondatore congiuntamente alle traduzioni standard dei testi chiave Orientali, e conclude che qualsiasi influenza Orientale su Dianetics e Scientology è improbabile. Non esistono neppure evidenti similitudini tra Dianetics o Scientology e le maggiori tradizioni Orientali, a parte superficiali allusioni. Dopo aver stabilito queste conclusioni, lo studio esamina il motivi per cui Hubbard fece queste affermazioni sulle religioni Orientali, che non sembrano essere accurate. Propone la possibilità che le motivazioni che spinsero Hubbard a fare queste affermazioni siano scaturite in un momento cruciale della storia di Scientology; Hubbard cercava di nascondere dietro affermazioni religiose le pretese di guarigione della sua organizzazione. Nel corso del primo quarto di secolo di esistenza di Dianetics e Scientology, Hubbard fece affermazioni religiose per proteggere la sua organizzazione dallo scrutinio medico e governativo su pratiche mediche senza autorizzazione, e pretese di guarigione fraudolente ad esse collegate.

Induismo

Nel discutere Scientology in relazione a varie fedi orientali Hubbard usò diversi modelli. Innanzitutto fece affermazioni importanti sul fatto che Scientology incarnava, se non addirittura estendeva, concetti chiave dell’induismo, del buddismo e del taoismo. In secondo luogo non dimostrò mai di avere più che una semplice conoscenza superficiale sia dei concetti orientali che citava, sia delle traduzioni dei termini che forniva. Infine non dedicò tempo né fatica per esporre le sue grandiose affermazioni sincretiche.

Ad esempio, nel luglio del 1954 Hubbard fece l’impressionante affermazione secondo cui «troviamo i primi antenati noti di Scientology nei Veda» (Hubbard, 1969b: 10)[2]. Tipicamente, però, non fornì alcuna prova della sua affermazione. In realtà la sua conoscenza dei Veda era alla meno peggio affrettata, e sembra che stesse semplicemente cercando di legittimare i concetti di Scientology affermando che il termine, Veda, significava «Guardare o Sapere [ad esempio, “conoscenza autodeterminata”]» [Hubbard, 1969b: 10; si veda Hubbard, 1975: 223 (citando una definizione del 20 maggio 1954)] [3]. In realtà il termine significa «Conoscenza, vera o sacra conoscenza o insieme della cultura e delle tradizioni, conoscenza del rituale�» (Monier-Williams, 1899: 1015). Parimenti la sua affermazione che i Veda includessero «la tradizione scritta Dianetica e Buddista di diecimila anni» (Hubbard, 1969b: 12) sovrastima grossolanamente le date dei Veda [i cui quaderni più antichi possono essere fatti risalire a circa il 1500 AC (Basham, 1954: 232; cf. Hume, 1931: viii)], oltre che mescolare impropriamente i testi Buddisti con quelli Indù.

Inoltre, se con “dhyantico” Hubbard intendeva la tradizione indiana della “meditazione” (dhyana) sviluppata attraverso lo yoga, allora il testo classico in questo campo, il Yoga Sutras of Patanjali, non era un quaderno dei Veda [anche se i concetti della meditazione appaiono in qualcuno degli inni più recenti (si veda Bose, 1966: 55-83, su jnana yoga, il cammino della conoscenza)]. Quando la Church of Scientology World Wide (sotto il controllo di Hubbard) affermò che gli Inni Veda «sono il primo debito di Scientology» (Church of Scientology World Wide, 1970: 8), riprodusse unicamente un inno vedico [che la fonte mancò di identificare con un poema relativamente tardo, il Rig Veda X.129 (si veda Bose, 1966: 302-305)]. I restanti due passaggi scelti, tratti da scritture indiane, non erano inni vedici, ma due paragrafi del Katha Upanishad (si veda Hume, 1931: 341-361) di un periodo successivo (Church Of Scientology World Wide, 1970: 8-10). La chiesa non descrisse mai in modo preciso o diretto i presunti collegamenti tra la filosofia indiana e Scientology. Ci si chiede perché, ad esempio, Hubbard non abbia tracciato paralleli tra le “vite precedenti” di Scientology (Hubbard, 1969a) e la transmigrazione delle scuole post-vediche dell’induismo (Zimmer, 1951: 252).

Inoltre, Hubbard fu filosoficamente e linguisticamente scorretto nel dire che «abbiamo la parola Dharma quasi intercambiabile con la parola Dhyana. Ma qualsiasi parola usiate, state usando una parola che significa Knowingness [sic] [conoscenza]» (Hubbard, 1969b: 17; si veda Hubbard, 1975: 112). In sanscrito Dharma ha molti significati che nell’Induismo spaziano da «legge» a «dovere, compito, diritto, giustizia (spesso come sinonimo di punizione)» fino a «la legge della dottrina del Buddismo� [o] i precetti etici del Buddismo» (Monier-Williams, 1899: 510). Non può mai avere lo stesso significato di Dhyana – «meditazione, pensiero, riflessione, (spec.) meditazione religiosa profonda ed astratta» (Monier-Williams, 1899: 521). Dhyana non può essere tradotto come «Knowingness and Lookingness [sic] [conoscere e guardare]» (Hubbard, 1969b: 17) in modo che equivalga al suo significato indiano, perché Scientology non richiede i rigorosi esercizi fisici e mentali a cui si sottopongono gli yogi e gli altri cercatori. Sia nell’Induismo che nel Buddismo questi termini sanscriti riflettono concetti fondamentali, e la traduzione disinvolta che ne fa Hubbard non sostiene la sua affermazione secondo cui Scientology mantiene un cammino parallelo a queste tradizioni.

Vale comunque la pena notare che non tutti i ricercatori condividono il mio scetticismo sui paragoni tra Scientology e l’Induismo meditativo. Roy Wallis ha suggerito che:

«Nello Yoga sono evidenti numerosi paralleli con Scientology. Lo Yoga offre un sistema di conoscenza metafisica che conduce alla “rinascita in un modo non condizionato dell’essere”. Lo scopo della filosofia originaria dello Yoga, samkhya, era dissociare lo spirito dalla materia. Nello Yoga il mondo è reale, non illusorio, ma la sua resistenza è il risultato dell’ignoranza dello spirito� La fonte della sofferenza umana si ritiene sia la solidarietà dell’uomo con il cosmo, la sua partecipazione alla natura (l’inturbolamento del theta e MEST [cioè come Scientology chiama l’universo fisico di materia, energia, spazio e tempo (Hubbard, 1975: 248)] (Wallis, 1976: 112, citando Eliade, 1969: 4).»

Dopo aver riassunto la descrizione dello Yoga di Mircea Eliade, Wallis conclude che «si ritrovano impressionanti similitudini con teoria e pratica di Scientology e Dianetics» (Wallis, 1976: 113). Indica anche che sia Buddha che Hubbard consigliavano ai propri seguaci di non farsi coinvolgere dai poteri occulti che avrebbero potuto incontrare mentre progredivano lungo il cammino (Wallis, 1976: 112-133 & n. 1). Anche Jon Atack, uno tra i più ponderati critici di Scientology, ha proposto che i TRs (Routine di Addestramento) del Corso di Comunicazione di Scientology «sono simili alla meditazione» (Atack, 1990: 14). La filosofia classica Samkhya citata da Wallis ha la sua più chiara esposizione nel Samkhyakarika (d’ora in poi S.K.) di Ishvarakrishna [che data tra il 557 e il 569 (Larson, 1969: 4-5)], sebbene versioni precedenti del Samkhya stessero dietro le pratiche ascetiche yoga dei Sutra Yoga Patanjali (si veda ad esempio Kent, 1982: 264), «scritte in qualche momento nel quarto o quinto secolo della nostra era» (Woods, 1914: xix; si veda Larson, 1969: 162). Fondamentale per il sistema classico Samkhya è l’asserzione secondo cui esistono due principi eterni chiamati prakhrti (materia) e purusha (spirito), e che la creazione avviene quando le proprietà inerenti, creative della materia si attivano per la vicinanza di uno spirito [molto simile ad una ballerina che danza quando ha un pubblico (S.K. LIX, in Larson, 1969: 278)].

Mentre Wallis è corretto nell’indicare che il Samkhya-Yoga mantiene un ideale di salvazione che implica districare lo spirito dalla materia, avrebbe potuto citare ulteriori concetti che hanno similitudini con gli aspetti del pensiero religioso di Scientology. Ad esempio, entrambi i sistemi enfatizzano che la vita implica sofferenza, e che la loro ideologia offre la salvazione (S.K. I, in Larson, 1969: 257). Nel sistema filosofico indiano purusha è plurale (S.K. XIIIII, in Larson, 1969: 264; si veda Kent, 1980: 243), come lo sono i thetans. Allo stesso modo, Scientology e il samkhya-yoga postulano forme di rinascita (S.K. XXXIX, and XL in Larson, 1969: 272, si veda 218) precedenti le quali le entità transmigranti dimenticano le vite precedenti [4].

Tra i due sistemi, però, esistono differenze inconciliabili. Il samkhya si basa sulla premessa che spirito e materia sono due entità separate, mentre Hubbard affermava che le sue entità spirituali (thetans) creano i propri universi ideali (che definiva «universi casalinghi») che, a loro volta, vengono sopraffatti dall’universo MEST. «Lo spirito, quindi, non è una cosa. È il creatore delle cose» come Hubbard affermò precisamente nel 1956 (Hubbard, 1956: 54).

Il Samkhya Karika è determinato nel dire che «purusa non è creato, né creativo» (S.K. III, in Larson, 1969: 258). Inoltre, l’insistenza dello yoga nel dire che «è la limitazione delle fluttuazioni del materiale mentale» (Y.S. i.2, in Woods, 1914: xxxx) non trova equivalenti in Scientology, la cui mente analitica non riceve attenzioni per quanto riguarda le limitazioni delle sue attività percettive. Pertanto la conoscenza di Hubbard dell’Induismo sembra essere stata superficiale.

Taoismo

Una superficialità analoga si presenta nell’insistenza di Hubbard secondo cui il termine centrale del Taoismo, tao, «significa Knowingness [conoscenza]. Si tratta ancora una volta di una traduzione letterale» (Hubbard, 1969b: 16), quando in realtà una sua traduzione letterale è «cammino, sentiero, strada, estesi a significare principio, sistema, verità, realtà ecc.» (Chan, 1963:136 n. 1). Infine è difficile pensare al modo in cui Hubbard potesse vedere “l’autodeterminismo” come l’equivalente del principio taoista wu-wei, che viene tradotto come “non azione”, nel senso di «”non fare alcuna azione contraria alla Natura” – in altre parole, lasciare che la Natura faccia il suo corso» (Chan, 1963: 136). Non esistono similitudini evidenti tra i termini taoisti fondamentali identificati da Hubbard e quanto in Scientology viene definito come universo MEST. Ne consegue che una delle organizzazioni di Hubbard fu scorretta nell’asserire che «uno scientologista è un primo cugino del buddista [e] un lontano parente del taoista�» (Church of Scientology of California, 1978: 7).

Buddismo Hinayana

Come questa frase suggerisce, nell’ambito degli sforzi di Hubbard per stabilire gli aspetti religiosi di Scientology ha avuto considerevole importanza il tentativo di collegare la sua ideologia al Buddismo. Cercò di stabilire questi collegamenti sia su base concettuale che personale. Concettualmente cercò di tracciare analogie tra un Bodhi [sattva] e un Liberato di Dianetics. Mostrando una conoscenza piuttosto semplicistica del Buddismo, Hubbard suggerì che:

«Per prima cosa troviamo questo Buddha in realtà chiamato Bohdi [sic: bodhi], e un Bohdi è qualcuno che ha raggiunto con mezzi umani la perfezione intellettuale ed etica. Questo probabilmente sarebbe un Liberato di Dianetics (Liberato di Dianetics: chi con l’auditing di Dianetics ha raggiunto buoni guadagni del caso, stabilità e può gioire più profondamente della vita. Questa persona è “sganciata” [keyed out] o in altre parole liberata dai meccanismi stimolo-risposta della mente reattiva) o qualcosa a questo livello. Mi è stato citato un altro livello – Arhat, che non conosco molto bene, che si dice sia più paragonabile alla nostra idea di Theta Clear» [Hubbard, 1969b: 18 (enfasi nell’originale)].

Gli scientologisti prendono davvero sul serio queste affermazioni. Già nel 1958, il “redattore” della rivista di Scientology Ability, il cui stile di scrittura suggerisce trattarsi dello stesso Hubbard, rifletteva che:

«Ora è sufficiente dire che lo Stato di Clear fu previsto 2.500 anni fa da Gautama Sidhartha, e venne raggiunto da pochissimi individui, poi non fu più visto. All’epoca questo stato era noto come “Bhodi”, perché veniva raggiunto sotto un albero bhodi [sic]. Da allora la tradizione si è appannata. L’Uomo ha cercato di liberare l’Uomo, prima dai demoni, poi dai traumi del subconscio. Ron, con un approccio completamente nuovo alla materia, ha determinato uno stato di Clear più alto di quello considerato da Gautama Sidhartha, perché può essere raggiunto non con l’impegno di una vita intera ma in poche settimane, ed è disponibile a tutti, non solo a pochi. [�] Prima di ora sulla Terra non si era mai visto il Thetan Operante come stato dell’essere. Secondo le prove, né Lord Buddha né Gesù Cristo erano OT. Erano semplicemente un pelo sopra a Clear.» (Hubbard[?], 1958: 6.)

Evidentemente il “redattore” vedeva Scientology come un sistema che in realtà aveva sorpassato, piuttosto che esteso, le conquiste della tradizione buddista.

Almeno un ricercatore ha accettato le analogie auto-proclamate tra Scientology e Buddismo. Frank Flinn ha discusso sul fatto che «il termine centrale scientologico “clear” equivale approssimativamente al concetto buddista di bodhi, che descrive “il risvegliato”, o “l’illuminato” che ha raggiunto la liberazione (moksa) dagli aggrovigliati fili dell’esistenza e dell’illusione» (Flinn, 1983: 93). In realtà Flinn si è spinto al punto di suggerire che «molti livelli e gradi del processo di auditing possono essere visti come una raffinazione e riformulazione del cammino buddista in otto punti, nel contesto dell’era spaziale» (Flinn, 1983: 93).

Tuttavia queste similitudini sono superficiali e anche Flinn si è reso conto che Scientology manca di «qualsiasi enfasi sulla meditazione e la contemplazione» (Flinn, 1983: 94), punti centrali della pratica buddista per la conquista spirituale.

Il sistema Scientology sostiene di lavorare per eliminare gli effetti degli eventi traumatici (o engrams), mentre il Buddismo tradizionale afferma che i praticanti possono raggiungere l’obiettivo spirituale combinando disciplina morale e metodi di concentrazione.

La disciplina morale implica una profonda conoscenza o intuizione del praticante (come dice Edward Conze) del proprio «corpo riluttante» (Conze, 1951: 96), che comprende la liberazione «dalle illusioni dell’individualità» (Conze,1951: 97). In breve, i monaci buddisti (che la tradizione considera essere molto avanti sul cammino dell’Illuminazione) vivono vite ascetiche che implicano privazione di sonno, di una dieta ricca e della proprietà. Nonostante alcune delle punizioni che Hubbard imponeva ai suoi seguaci fossero eccessivamente severe (Atack, 1990: 175-176, 180-181) e nonostante alcune delle condizioni in cui dovevano vivere fossero desolatamente rigorose (Atack, 1990: 275-277), Scientology non ha formalizzato o sistemizzato la tradizione ascetica.

Ma ancora più drammatico è il contrasto che sembra esistere tra il modello di Scientology per la punizione della non conformità e le punizioni monastiche buddiste che Hubbard cercò di presentare come «i diretti precursori del nostro sistema di Etica» (Hubbard, 1966: 459). Le infrazioni che portano a quelle punizioni sono ciò che i buddisti ritengono «non solo ripugnanti per il benessere morale della comunità dei monaci, ma che inoltre ritardano il progresso spirituale del monaco che soccombe alla turpitudine morale» (Perera, 1965: 460). Le punizioni originali buddiste si limitavano all’immediata dimissione, sospensione e noviziato, censura, trasferimento, abiura e richiesta del perdono alla parte lesa, segregazione totale e messa in stato di sorveglianza.

Molte di queste pratiche ricordano le punizioni di Scientology, che possono probabilmente essere spiegate in termini di reazioni comuni alla devianza dottrinale dei gruppi ideologici. Tuttavia, in nessun punto dei codici buddisti esiste qualcosa di simile alla richiesta di Scientology di uscire dalla «condizione [etica] di impedimento» verso il gruppo «assestando un colpo efficace ai nemici del gruppo a cui si è finto di far parte, nonostante il pericolo personale» (Hubbard, 1967a: 237). Inoltre, nessuno di quei codici contempla qualcosa di simile alla tristemente nota “Legge del Fair Game” di Scientology, che formalmente ebbe effetto per un anno a partire dalla metà di ottobre 1967, e che diceva che un nemico «può essere privato della proprietà o ferito con ogni mezzo da qualsiasi scientologista, senza che verso lo scientologista vengano intraprese azioni disciplinari. Può essere imbrogliato, querelato, gli si può mentire, può essere distrutto» (Hubbard, 1967b).[5]

La moralità buddista ha fornito le basi per gli esercizi di concentrazione – esercizi che occasionalmente hanno superficiali equivalenti in Scientology. La concentrazione implica specificamente tre tipi di pratiche – dhyanas [cioè progressione attraverso diversi stati mentali (si veda Ling, 1981: 115)], apramana [cioè “metodi per coltivare le emozioni”, (Conze, 1951: 102)], e la coltivazione di poteri occulti (Conze, 1951: 10~105). Mentre le pratiche contemplative di questo tipo non giocano alcun ruolo in Scientology, si potrebbe avere la tentazione di tracciare affrettate similitudini tra il primo degli almeno quattro dhyanas e i primi tre TRs [Routines di Addestramento] del Corso di Comunicazione di Scientology. Il dhyana iniziale implica la soppressione delle «tendenze malsane – cioè senso-desiderio, rancore, indolenza e torpore, eccitamento e perplessità» [Conze, 1951: 100; si veda Conze (trans.), 1959: 184]. Due TRs implicano lo stare seduti, o lo stare seduti guardando fissamente per ore senza muoversi, mentre il TR chiamato “provocato” implica il rimanere composti mentre si viene insultati, presi in giro o sottoposti ad altre provocazioni (si veda Atack, 1990: 14). Si può dire che questi esercizi insegnano il controllo rudimentale di certi aspetti mentali e fisici, ma non sono studiati, né usati, come «mezzo per trascendere l’impatto dello stimolo sensoriale e le nostre reazioni normali ad esso» (Conze, 1951: 100). Al contrario, i TRs (e probabilmente la “provocazione”) intende «addestrare gli studenti a confrontare i preclears [senza] gli inganni sociali della conversazione, e per vincere la compulsione ossessiva di voler essere “interessante”» (Church of Scientology, 1961, citato anche in Lamont, 1986: 40). In altre parole, i TRs aspirano ad eliminare quei fattori della personalità che negli scambi sociali comunemente esprimono l’individualità. Divengono il primo gradino per modellare la conformità tra i convertiti.

Vanno dette alcune parole sulla concentrazione della tradizione Hinayana, la quale implica poteri occulti (iddhis) come «chiaroveggenza, ricordo di nascite precedenti e conoscenza dei pensieri altrui» (Conze, 1951: 104). Altri poteri occulti sono la capacità di «passare attraverso pareti, steccati o colline come se fossero aria, passare dentro e fuori dalla solida terra, camminare sull’acqua o librarsi in aria» (citato in Conze, 1951: 104). Questi presunti poteri sono simili alle affermazioni fatte da Hubbard sui poteri di un «clear» cioè di «una persona che può avere o non avere, dipende dalla sua volontà, qualsiasi cosa nell’universo» (Hubbard, 1975: 75, riferendosi ad una conferenza del 1954). Tuttavia, il Buddha temeva che questi poteri psichici avrebbero portato i discepoli a perdere di vista il loro più alto obiettivo (nirvana) e sembra abbia detto che «percepisco pericolo nella pratica delle meraviglie mistiche [cioè dei “poteri psichici”] che io detesto, aborrisco, e di cui mi vergogno»(Dighanikaya i, 213, citato in Ling, 1981:111).

Il tentativo più sfacciato di Hubbard di legittimare Scientology facendo associazioni tra se stesso e il Buddismo appare nella sua pubblicazione del 1974, The Hymn of Asia (1974a), scritto diversi anni prima, nel 1956 [6]. Lascia pesantemente a intendere di essere Maitreya o Metteya, Il Futuro Buddha su cui, a quanto si dice, dissertò lo stesso Buddha. I “redattori” del volume, che potrebbero essere Hubbard in persona, fecero cinque affermazioni sulla “Leggenda Metteya”, cioè che:

1. Sarebbe apparso in occidente;

2. Sarebbe apparso in un momento in cui la religione era in declino, il mondo in pericolo e sconvolto da tumulti;

3. Avrebbe avuto i capelli dorati o rossi;

4. Avrebbe completato il lavoro di Gautama Buddha e portato all’uomo una nuova era d’oro, rendendo possibile a tutti gli esseri il raggiungimento della libertà spirituale;

5. Sebbene la data del suo avvento sia stata variamente prevista, la data più attendibile lo colloca 2.500 anni dopo Gautama Buddha – nel 1950 circa� (Editors in Hubbard, 1974a: [n.p.]).

Il testo di Hubbard esplora diverse di queste tematiche. La prima riga del lungo inno poetico di Hubbard si chiede: «Sono Metteyya [sic]?» seguita dalla dichiarazione che «sono venuto per annunciarvi che Lord Buddha vi farà conoscere la vita, la Terra e l’Uomo» [7]. Hubbard fa un errore fondamentale nella soteriologia Buddista, proclamando che «ciò che dico ha a che fare con il Sé». In linea con i commenti iniziali dei redattori, pone la retorica domanda: «Ho i capelli dorati?», richiamando l’attenzione sul fatto che i suoi capelli sono rossi. Attingendo ai temi standard di Scientology e ai commenti dei redattori, annuncia che «Possiamo riportare il criminale all’interno della legge [�]. Possiamo rendere sano il pazzo [�]. Possiamo diventare liberi». Proclama che «siamo i Nuovi Uomini, i nuovi Leaders spirituali della Terra» e che si dovrebbero costruire «luoghi ad uso degli uomini, chiedendo unicamente che essi si inchinino al Buddha». Infine, afferma che doveva apparire «in Occidente� a causa dei disordini in Oriente fin dall’epoca Vaishakha 2453 (data buddista per il febbraio 1910)». Se fossero rimasti dubbi sul fatto che Hubbard si stava proclamando Maitreya, li elimina dicendo che «anche le vostre profezie antiche di secoli dicono che sarei apparso in Occidente. Sono apparso» [Hubbard, 1974a:] [8].

Fortunatamente la presunta dissertazione di Buddha su Maitreya è disponibile in traduzione inglese, come lo era all’epoca in cui Hubbard suggeriva la sua identità con la leggenda religiosa buddista. Quasi nessuna delle attribuzioni che egli (o i suoi “editori”) danno della figura è accurata. I passaggi tradotti non fanno menzione all’apparizione di Maitreya in occidente, e nemmeno indicano che il Buddha del Futuro apparirà in un epoca di pericolo per il mondo. Al contrario, i testi affermano che Maitreya (come lo stesso Buddha), nascerà da un re che governa una città «potente e prospera, piena di gente, affollata e ben nutrita» (Cakkavatti-Sihanada Suttanta 75.25-26; trad. in Rhys-Davids, 1921: 73). Nulla si dice sul fatto che Maitreya avrà capelli dorati o rossi, e non viene citata la data del suo ritorno (Rhys-Davids, 1921: 73-74).

Parimenti, il Maitreyavyakarana non cita gli attributi di Maitreya indicati da Hubbard e dai suoi redattori, ed un passaggio scritturale contraddice specificamente le loro affermazioni. Sia Hubbard che gli editori enfatizzano la profezia sui capelli dorati o rossi di Maitreya, laddove la scrittura non fa menzione diretta al colore dei capelli. Dice che Maitreya «avrà la pelle dorata» (Conze, 1959: 239), e che avrà «i trentadue Segni di un superuomo» (Conze, 1959: 239). Questi segni presumibilmente «caratterizzano un grand’uomo; o più propriamente, un “super uomo”» (Ling, 1981:136). I testi buddisti originali affermano che uno dei segni (che ho già citato) sarà la pelle o la carnagione «come bronzo, il colore dell’oro» (Lakkhana Suttanta 143, trad. in Rhys-Davids, 1921: 138). Chiaramente questo passaggio non si riferisce ai capelli, visto che un’altra caratteristica è «la peluria sul corpo [del superuomo] che si gira all’insù, ogni pelo di colore nero-blu come pittura per gli occhi, in piccoli riccioli, avvitati sulla destra» [Lakkhana Suttanta 144, trad. in Rhys-Davids, 1921: 138]. I capelli di Maitreya, quindi, dovevano essere neri e riccioluti, non rossi.

Basandomi su un colloquio avuto con un ex scientologista che lavorò con Hubbard nel periodo in cui scrisse The Hymn of Asia, le motivazioni del fondatore di Scientology furono puramente opportunistiche. Il mio informatore ha indicato che due anziane signore, che avevano letto molta letteratura spirituale, scrissero ad Hubbard chiedendogli se vedeva similitudini tra se stesso e Maitreya Buddha. Ispirato dalla domanda, Hubbard iniziò a tratteggiare The Hymn su di un brogliaccio. Inizialmente la prima riga del poema diceva «sono Maitreya», ma prima di mandare il tutto all’editore Hubbard cambiò la frase nella domanda «Sono Maitreya?» (intervista di Kent a Durston, 1992: 5-9). Oltre alla lettera delle sue ammiratrici, non esistono indizi sul fatto che Hubbard, prima di scrivere il suo poema auto-celebrativo, avesse condotto ricerche sul Buddismo o sui racconti di Maitreya.

Infine, si deve commentare la significativa differenza teologica tra Scientology e il Buddismo – una differenza di cui evidentemente Hubbard non si rese conto quando, nel suo Hymn of Asia, affermò che «ciò che dico ha a che fare con il Sé» (Hubbard, 1974a). Indubbiamente si tratta di un’allusione al thetan, che Scientology vede come un’anima o spirito immortale [si veda Hubbard, 1975: 432 (riferendosi ad una fonte del 1956); Church of Scientology of California, 1978: 4, 6].

Fondamentale nella filosofia buddista è la dottrina della non-anima (anatta [Pali]; anatma [Sanskrit]) – una dottrina che distingue il Buddismo «da tutte le altre scuole religiose e filosofiche dell’India antica. Senza un adeguato apprezzamento del significato di anatta, è impossibile capire il pensiero buddista» (Ling, 1981: 17; si veda Atack, 1990: 374). Pare che il Buddha stesso avesse rimproverato uno dei suoi seguaci che voleva intavolare un dibattito sull’esistenza di un’anima, incoraggiandolo invece a mantenersi attento alle fluttuazioni emotive e ai processi di sentimento, pensiero e concettualizzazione. Le dottrine dell’anima non favoriscono gli sforzi per raggiungere il nirvana, così il Buddha chiese stizzosamente al discepolo «ti ho rivelato ciò che doveva essere rivelato; devo quindi rivelarti ciò che non deve esserlo?» [Pasadika Suttanta 39 (14~141) in Rhys Davids, 1921:130]. In sostanza, «[qualsiasi cosa] che assomigli ad una dottrina dell’anima deve essere abbandonata prima dell’assicurazione che la liberazione dalla materia sarà permanente» (Kent, 1982: 271).[9]

Forse l’atteggiamento più autentico di Hubbard nei confronti del Buddismo apparve in un Bollettino di Comunicazione scritto il 6 aprile 1963. Inteso per una circolazione limitata tra i membri di più alto rango delle franchises [ora missioni – ndt] e delle organizzazioni di Scientology, non era un documento indirizzato al pubblico. Nel bollettino Hubbard si riferiva alla salvazione buddista in termini denigratori, paragonando il Nirvana a ciò che chiamava «massa da problema sugli scopi» (GPM) – il peso causato da scopi in conflitto. Poneva in contrasto il fallimento del Nirvana e la gloriosa natura dello stato di clear di Scientology:

«I buddisti parlano di Nirvana. Senza saperlo, parlano di svanire per sempre nel GPM (Nirvana). Si sono fatti completamente schiacciare, mancando di [e-]meters e di una mappa. Noi siamo scientologisti. Non cadremo nell’abisso. E non raggiungeremo il Nirvana. Abbiamo meters e una mappa. Conosciamo le regole e la strada. Questa è la più grande avventura di tutti i tempi. Chiarire [liberare-ndt]. La via è lastricata di scheletri e teschi di chi l’ha battuta negli ultimi trillenni [sic]. Il fondo dell’Abisso è ricoperto di fallimenti. Il Nirvana è intasato di oppressi� solo i codardi aggiungeranno ossa all’Abisso, o apatia al Nirvana. Noi siamo scientologisti. Noi abbiamo vinto.» (Hubbard, 1963: 3).

Hubbard sembra voler dire che la ricerca del Nirvana dei buddisti li ha semplicemente oppressi, e sono caduti nel vuoto (“L’Abisso”) o nell’apatia. Il chiarimento di Scientology, tuttavia, è il più grande scopo dell’umanità, e si può raggiungerlo seguendo le tecniche dell’organizzazione (la “mappa”), lavorando con un E-meter. La ricerca buddista del Nirvana è semplicemente la strada verso il fallimento.

Dobbiamo concludere, perciò, che Hubbard aveva solamente una comprensione rudimentale, e profondamente inaccurata, delle più importanti tradizioni religiose Orientali – tradizioni a cui attribuì similitudini con la fede da lui costruita. Il suo legame auto-proclamato con il Buddismo Maitreya, ad esempio, sembra essere stato un tentativo per accrescere la propria immagine presso i fedeli, ed anche di aggiungere rispettabilità alle credenze della sua organizzazione associandola a tradizioni religiose importanti. A parte le superficiali similitudini tra Scientology e il Buddismo Hinayana, che potrebbero averlo indotto a tracciare legami spuri tra i due sistemi di credenze, Hubbard potrebbe aver scritto sulle fedi orientali perché i suoi seguaci occidentali probabilmente non possedevano sufficiente cultura per dare giudizi informati sulle sue dichiarazioni.

Accuse di abuso della professione medica

Hubbard fece gran parte delle sue affermazioni di similitudini tra oriente e Scientology in periodi in cui stava cercando di ridurre la probabilità di interventi del governo contro le accuse di abuso della professione medica. Questo modello si adatta ai primi due decenni di operatività di Dianetics e Scientology, periodi durante i quali Hubbard affermò similitudini tra Scientology e le religioni orientali – 1954, 1960 e 1962. L’interessante eccezione a questo modello (1968) si presentò in relazione ad una battaglia con l’Internal Revenue Service [IRS/ufficio tasse-ndt] americano a proposito del regime fiscale della Founding Church of Scientology di Washington, D.C.

Mentre i ricercatori non devono minimizzare le motivazioni fiscali dietro l’ossessione di Hubbard di presentare Scientology come religione fin dai primi anni ’50 (si veda Miller, 1987: 220), non devono nemmeno trascurare il fatto che occasionalmente i seguaci di Hubbard in tutti gli Stati Uniti vennero arrestati per abuso della professione medica. Nel 1950, nel libro che rimane la pietra miliare sia di Dianetics che di Scientology, Hubbard annunciò che l’applicazione giusta delle tecniche che aveva esposto «fa svanire l’artrite, la miopia migliora, le malattie cardiache diminuiscono, l’asma scompare, lo stomaco funziona in modo corretto, e l’intero catalogo delle malattie scompare, e non torna più» (Hubbard, 1950: 59). Per affermazioni come queste (a cui Scientology ancora aderisce), nel gennaio del 1951 il Consiglio Statale degli Esaminatori Medici del New Jersey accusò la Hubbard Dianetic Research Foundation, Inc. di «gestire una scuola per il trattamento delle malattie, senza licenza» (Elizabeth Daily Journal, 1951a), cosa che contribuì, quello stesso aprile, all’abbandono del New Jersey da parte dell’organizzazione – prima del processo previsto per maggio (Elizabeth Daily Journal, 1951b). Alla fine di marzo del 1953 due praticanti di Dianetics e Scientology vennero arrestati, e un E-Meter sequestrato, nel corso di un’indagine per «la gestione di una scuola senza licenza, e per abuso della professione medica» (Detroit News, 1953a, b; si veda Pickering, 1953).

Parimenti alla fine del 1953, o all’inizio del 1954, un dianeticista o scientologista di Glendale, California, pare abbia passato dieci giorni in prigione per «abuso della professione medica» (citato in Aberree, 1954a: 4).

Reagendo a questo emergere di arresti, Hubbard (nel dicembre del 1953) registrò in New Jersey tre organizzazioni religiose: the Church of American Science, The Church of Scientology e The Church of Spiritual Engineering (Aberree, 1954a: 1). Una pubblicazione dell’epoca di uno scientologista indipendente scriveva che funzionari della Hubbard Association of Scientologists «Avevano affermato che non esistono dubbi sul fatto che questo colpo rimuoverà Scientology dal mirino di attacchi palesi e coperti scagliati dalla professione medica, che vede minacciati i suoi introiti fatti di pillole, bisturi e appendici» (Aberree, 1954a: 4).

Nel giugno del 1954 Hubbard annunciò la formazione di una nuova organizzazione, la Hubbard Association of Scientologists, International (HASI), che sostituì l’esistente Hubbard Association of Scientologists. Gli scientologisti comuni non ritenevano che la variazione organizzativa li avrebbe riguardati in modo significativo, tranne che dare ad auditors e scuole una completa sicurezza contro le interferenze legali. La nuova organizzazione, la HASI, è una confraternita religiosa no profit e come tale, disse Ron, ha diritto alle garanzie costituzionali della Corte Suprema, che stabilisce che nessuno stato può intraprendere azioni per impedire la gestione di un’organizzazione che si occupa dello studio dell’anima umana�

Questa confraternita religiosa, disse Ron, avrebbe dovuto impedire la ripetizione di fischi come quello di Detroit di oltre un anno prima, quando due scientologisti vennero arrestati e processati solamente dai titoli di giornale (Aberree, 1954b: 1, 3.)

Durante l’estate (luglio 1954) Hubbard cercò di associare Scientology a Induismo, Buddismo e taoismo in ciò che, anni dopo, divenne noto col nome di The Phoenix Lectures [Conferenze di Phoenix – ndt]. Successivamente quell’anno (settembre 1954) almeno un altro dei suoi seguaci venne imprigionato (a Phoenix, Arizona) per abuso della professione medica (Karie, 1955).

Riguardando a quel periodo, Hubbard stesso si riferì indirettamente alle accuse quando spiegò ai suoi seguaci «il motivo per cui Dianetics cadde in disuso». Alluse a problemi di processi che Dianetics aveva incontrato, dicendo che «in alcune aree, principalmente negli Stati Uniti, era illegale curare o guarire qualcosa» aggiungendo che «[l’abilità] di Scientology di portare la libertà spirituale ha perciò ricevuto la concentrazione degli sforzi delle organizzazioni» (Hubbard, 1969c: 347).

Il primo tentativo di Hubbard di promuovere la prospettiva religiosa di Scientology in quanto chiesa ebbe vita breve. Verso la fine dell’estate del 1954 Hubbard inviò a circa 5000 indirizzi di Phoenix, Arizona, un notiziario pubblicitario chiamato The Golden Dawn [Alba d’Oro – ndt] (che molto probabilmente prese il nome dal famoso gruppo occultista inglese di cui era stato membro Aleistar Crowley), e iniziò un giro di reclutamento porta a porta in città (Aberree, 1954c). A novembre Hubbard abbandonò il tentativo postale (Churchill, 1954b: 9), avendo attratto solamente qualche persona interessata (Churchill, 1954a).

Le sue affermazioni religiose rimasero in fase letargica fino a sei anni dopo, quando Hubbard andò a vivere nella sua proprietà di East Grinstead, Sussex, Inghilterra. In un breve bollettino Hubbard scrisse che Scientology era sia «una filosofia religiosa» che una «pratica religiosa» che «teneva servizi di base come sermoni, battesimi, matrimoni e funerali». Come aveva suggerito anni prima, Hubbard insisteva che «i legami spirituali più stretti di Scientology con un’altra religione sono con in Buddismo (Hinayana) Ortodosso, con cui condivide un lignaggio storico» (Hubbard, 1960).

La data di questo bollettino – 21 giugno 1960 – può fornire l’indizio necessario per comprendere il motivo per cui Hubbard tornò ad enfatizzare i presunti aspetti religiosi di Scientology. Tra la fine di marzo e gli inizi di aprile il Times di Londra aveva pubblicato tre articoli sugli sforzi della National Federation of Spiritual Healers [Federazione Nazionale dei Guaritori per Fede] per ottenere privilegi di visita negli ospedali «simili a quelli concessi ai ministri religiosi» (Times, 1960a; si veda 1960b, c). Il 21 giugno il Times pubblicò uno scambio di battute tra un membro del parlamento e il Ministro della Sanità, in cui il ministro sosteneva che le visite di guaritori per fede riguardavano le autorità ospedaliere, i medici responsabili di determinati pazienti, e i pazienti stessi (Times, 1960d). Durante il dibattito, le visite di questa natura avevano ricevuto l’opposizione di alcuni membri della British Medical Association (Times, 1960b; British Medical Journal, 1960a, b); successivamente, alla fine di giugno, l’Associazione Medica aveva votato per vietare a tutti i guaritori per fede le visite negli ospedali del servizio sanitario pubblico (Times, 1960e). Il fatto che in luglio, un mese dopo il bollettino sulla religione e alcune settimane dopo la decisione dell’Associazione, Hubbard abbia lanciato un pungente attacco contro la British Medical Association (si veda Malko, 1970: 86)[10] potrebbe non essere stata una coincidenza.

Hubbard fece nuovamente affermazioni religiose alla fine di ottobre del 1962, evidentemente dopo aver appreso che la Food and Drug Administration (FDA) americana era “interessata” agli E-Meters della sua organizzazione. Temendo il peggio, Hubbard emise una direttiva intitolata “Religione” in cui giustificava specificamente il dispositivo, insistendo sul fatto che gli scientologisti lo usavano «per scoprire verità nell’individuo sottoposto al procedimento, e perciò liberarlo spiritualmente». In riferimento alla direzione futura della sua organizzazione, Hubbard annunciò che «Scientology 1970 è stata progettata in tutto il mondo sulla base di una organizzazione religiosa». Rassicurò comunque i suoi membri aggiungendo che «questo non sconvolgerà in alcun modo le normali attività delle organizzazioni. Si tratta interamente di una faccenda di ragioneria e avvocati» (Hubbard, 1962: 282).

Alcuni mesi più tardi, il 4 gennaio 1963, agenti federali degli Stati Uniti (operando in base ad un mandato della FDA), fecero irruzione presso la Founding Church of Scientology di Washington, D.C. sequestrando «oltre tre tonnellate di letteratura ed attrezzatura» (Miller, 1987: 247; si veda Atack, 1990: 154). La battaglia per la definizione dell’E-Meter si sarebbe trascinata per il decennio seguente, ma alla fine il governo restituì il materiale dopo l’ordine della corte di apporre un avvertimento scritto su tutti gli E-Meter in cui si dichiarava che la loro unica funzione era di strumento per assistenza religiosa (Atack, 1990: 154, 193, 204; Church of Scientology of California, 1978: 15&155).

Un ulteriore periodo in cui Hubbard enfatizzò gli aspetti religiosi della sua organizzazione fu nel 1968. Nel maggio di quell’anno lanciò una pubblicazione chiamata Advance! dedicata ai paragoni di Scientology con varie “altre” religioni, e nello stesso anno pubblicò anche le Phoenix Lectures (basate su conversazioni tenute 14 anni prima). In quel periodo era particolarmente importante coltivare un’immagine religiosa, perché a Washington, D.C. era stata rifiutata la petizione della chiesa per riottenere l’esenzione fiscale, mentre i governi di Australia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda e Rhodesia stavano limitando, se non proibendo, le sue pratiche, o iniziando inchieste ufficiali (Church of Scientology of California, 1978:154, 156, 157).

Gli eventi accaduti in Gran Bretagna alla fine degli anni ’60 possono gettare ulteriore luce sul tempismo delle affermazioni religiose di Scientology. Nel gennaio del 1967 il facente funzioni di cappellano presso il Saint Hill Manor di Scientology a East Grinstead, Sussex, diede avvio ai suoi sforzi per ottenere la registrazione della cappella della proprietà come «luogo di incontro per culto religioso�» (Weekly Law Reports, 1970a: 141). La corrispondenza tra Scientology, i suoi consiglieri legali e il Segretariato Generale continuò per tutto il 1968, e il 9 maggio 1969 Scientology «ottenne il permesso di richiedere un ordine di mandamus» a sostegno della richiesta di registrazione come religione. La richiesta tuttavia venne respinta sia in prima istanza che in appello (Weekly Law Reports, 1970a; 1970b). Il giudice d’appello affermò che:

«mi sembra trattarsi più di una filosofia dell’esistenza dell’uomo o della vita, piuttosto che di una religione. Il culto religioso implica reverenza o venerazione di Dio o di un essere supremo. Non vedo alcuna reverenza o venerazione di questo tipo nel credo di questa chiesa, o nella dichiarazione del Sig. Segerdal [il facente funzioni di cappellano]». (Weekly Law Reports, 1970b: 485.)

I tentativi di Hubbard di definire Scientology come religione con similitudini con le fedi orientali non riuscì a convincere le corti britanniche che le sue affermazioni religiose fossero giuste dal punto di vista legale.

Riassumendo gli eventi almeno fino alla fine degli anni ’60, Hubbard enfatizzò i presunti aspetti spirituali di Scientology in periodi in cui gli aspetti “curativi” della sua organizzazione erano attaccati direttamente o indirettamente. Oppure quando cercava di ottenere il riconoscimento ufficiale della sua organizzazione come luogo di culto religioso. In modo particolare gli interessava proteggere l’E-Meter, perché lo considerava di importanza fondamentale per i procedimenti di auditing attraverso cui avvenivano le presunte cure.

Un precedente ricercatore su Scientology ebbe un colloquio con un informatore che dichiarò che Hubbard iniziò a incorporare ciò che credeva essere ideali buddisti solamente all’inizio degli anni ’50, dopo aver ricevuto diversi libri mistici e religiosi. «Un membro del suo staff lesse e riassunse il loro contenuto» (Atack, 1990: 374). Mentre questa informazione potrebbe non essere vera, rimane una domanda significativa sul perché Hubbard scrisse in particolare sulle religioni orientali nel momento in cui lo fece. In questo articolo ho proposto una risposta a questa domanda, discutendo sul fatto che il periodo degli scritti di Hubbard, o delle sue pubblicazioni sulle religioni orientali, ha generalmente coinciso con minacce sociali, legali e governative contro le presunte attività curative, che hanno periodicamente assediato Scientology nel corso degli anni ’50 e ’60. Ritenendo che i pretesti religiosi avrebbero tolto il suo gruppo e le sue pratiche dalla sottomissione alle regole di gran parte del mondo occidentale, Hubbard guardò a oriente. Sul lungo termine questa strategia sembra aver avuto successo, visto che l’organizzazione ancora usa gli E-Meter per l’assistenza “spirituale”. Inoltre continua a fare affermazioni sul potere di questo strumento per facilitare la guarigione, quando usato congiuntamente all’auditing. Infine, molti scientologisti continuano a credere che la teologia della loro organizzazione abbia significative similitudini con diverse fedi orientali.

L’autore:

il Dott. Stephen A. Kent è Professore Associato presso la Facoltà di Sociologia della University of Alberta, Canada. Ha pubblicato articoli in Philosophy East and West, Journal of Religious History, British Journal of Sociology, Sociological Inquiry, Sociological Analysis, Canadian Journal of Sociology, Quaker History, Comparative Social Research, Journal of Religion and Health, Cultic Studies Journal e Religion. Le sue attuali ricerche si concentrano sulle religioni alternative o non convenzionali.

Note dell’autore:

1. È possibile che la Christian Science abbia avuto una piccola influenza su Hubbard, perché ex membri mi hanno detto che in almeno una delle sue conferenze citò quella religione. Inoltre il Servizio Informazioni della Chiesa di Scientology (1974: 43) ha detto che «oggi Scientology conduce l’avanguardia del pensiero religioso moderno (compresa particolarmente la defunta Mary Baker Eddy, che promulgò la sua ” Key to the Scriptures” come Christian SCIENCE) che cerca di estendere ragione, coerenza e affidabilità del risultato al regno dell’esperienza religiosa». Tuttavia, su Hubbard qualsiasi influenza della tradizione precedente fu minore, eccetto la convinzione che gli stati mentali causano malattie fisiche.

2. Sebbene le Phoenix Lectures siano state pubblicate solo nel 1969, Hubbard le consegnò per la prima volta nel luglio del 1954 (si veda la copertina di Hubbard, 1969).

3. Definizioni sul Dizionario Tecnico di Dianetics e Scientology rimandano alle fonti dei termini, e spiegazioni di date specifiche di nastri appaiono in Church of Scientology of California, 1978: 287.

4. Un paragone forzato del concetto di “mente” nei due sistemi indica che si tratta di un’entità a tre facce – le menti analitica, reattiva e somatica di Scientology hanno paralleli superficiali con le tre qualità Samkhya che costituiscono cognizione, percezione e tutta la creazione [sattva (purezza o bontà), rajas (brillantezza o passione), e tamas (buio o illusione)]. Tuttavia, cercare di tracciare questo tipo di parallelo tra i due concetti della mente, forza sia i concetti di Hubbard che del Samkhya molto oltre ciò che i rispettivi testi realmente intendono.

5. Le parole usate da Hubbard nella “Cancellazione del Fair Game” suggeriscono pesantemente che volesse la continuazione di azioni ostili contro i nemici. La cancellazione in quattro frasi dice: «La pratica di dichiarare la gente FAIR GAME non deve più apparire sugli Ordini di Etica. Causa cattiva pubblicità. Questa P/L [direttiva] non cancella nessuna policy sul trattamento o il maneggiamento di una SP [Persona Soppressiva – chi cerca di danneggiare Scientology]» (Hubbard, 1968; si veda 1975: 415). Sicuramente i critici dell’organizzazione credono che le pratiche di ritorsione patrocinate dalla direttiva iniziale rimangano in essere (si veda Atack, 1990: 331, 341-342, 356-357).

6. L’introduzione a The Hymn of Asia (1974a: n.p.) sostiene che «questo commovente inno venne scritto per un convegno buddista verso il 1955 o 1956, in coincidenza con le celebrazioni del mondo buddista dei 2.500 anni dell’era buddista». Il 24 maggio 1956 i buddisti celebrarono il «2.500° anniversario della morte di Gautama Buddha» (The Times [Londra], 1956), intendendo la sua fuga dal cerchio di sofferenza e rinascita. Il 6 novembre dello stesso anno studiosi internazionali tennero una conferenza e un’esposizione d’arte a Delhi [The Times (Londra), 1956]. Presumibilmente Hubbard scrisse The Hymn of Asia in quell’anno di buon auspicio.

7. Il testo originale contiene versi in righe molto brevi, e in questa citazione e in altre le ho compresse in prosa, e ho messo tra parentesi la punteggiatura.

8. Mentre non posso tradurre questa data nell’equivalente occidentale, sembra che il mese di Hubbard sia scorretto. Vaishakha è il nome di un mese lunare che coincide con aprile e maggio. Magha è il mese lunare che coincide con gennaio e febbraio (Basham, 1954: 492).

9. Uno dei sostenitori di Scientology ha mostrato un drammatico fraintendimento del Buddismo scrivendo che «il pensiero buddista, accettato da milioni di occidentali, predomina nell’affermazione che “il thetan è la persona. Tu sei in un corpo”» (Oosthuizen, 1976: 4).

10. Malko cita l’attacco contro la British Medical Association come un HCO Bulletin datato 24 luglio 1960, ma non riesco a trovare questa pubblicazione, e mi chiedo se abbia citato correttamente la fonte.